Un delitto politico-mafioso nell’Ottocento
(di Santo Lombino)
(di Santo Lombino)
1. La
denuncia del sindaco.
Dopo il rifiuto di diversi “notabili” di Ogliastro ad assumere la carica di sindaco del paese, il prefetto di Palermo punta sull’ex-brigadiere Giorgio Verdura, nominandolo sindaco per il triennio 1876-78.
Dopo il rifiuto di diversi “notabili” di Ogliastro ad assumere la carica di sindaco del paese, il prefetto di Palermo punta sull’ex-brigadiere Giorgio Verdura, nominandolo sindaco per il triennio 1876-78.
Verdura, a
giudizio del questore di Palermo, gode della pubblica stima, ha una buona
posizione economica e sociale e ha fatto parte del corpo dei Reali Carabinieri
per tredici anni. Sempre secondo la questura, pur essendo originario di
Messina, egli ha in Ogliastro “una parentela stimata e piuttosto estesa”,
avendo sposato tale Maria Lo Faso fu Carmelo. Inoltre – elemento nient’affatto
trascurabile – Verdura viene considerato estraneo alle fazioni in lotta ed
allineato su posizioni filo-governative, il che non dispiace alla questura
palermitana.
Tuttavia
l’amministrazione Verdura entra in crisi dopo la campagna elettorale per il
rinnovo del consiglio comunale. Vengono rivolte pesanti accuse al sindaco, che
“per smania di potere” si è circondato persino di individui “ammoniti e
pregiudicati”. A partire dal 24 luglio 1878 il sindaco Verdura invia alle
autorità del mandamento, della provincia e del circondario una circostanziata denuncia
contro il notaio Vincenzo Benanti, che i carabinieri indicheranno nell’aprile
1880 come capo della mafia locale, i suoi fratelli Antonino e Rosario, i
fratelli Giovanni e Giuseppe Monachelli, il dottor Antonino Calivà, tutti
appartenenti al cosiddetto “partito” Benanti, all’opposizione del sindaco. Verdura li accusava di aver ideato il suo
assassinio e quello del farmacista Lorenzo Bannò, la devastazione nelle
proprietà di campagna di Ignazio Romano, collettore delle imposte e tesoriere
comunale. Gli esecutori materiali del progetto criminoso erano indicati in tali
Giampaolo Natale di Rosolino e Francesco Di Fresco figlio di ignoti, entrambi
domiciliati in Ogliastro, con la promessa di 300 lire di ricompensa. Non
sappiamo come e da chi i Benanti siano venuti a conoscenza dell’esposto del
sindaco, fatto sta che la loro reazione è forte e decisa. (leggi tutto)
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