25 settembre 2015

COMMEMORAZIONE DEL VIGILE URBANO SALVATORE CASTELBUONO.

26 Settembre 1978 Bolognetta (PA)
 Ucciso Salvatore Castelbuono. Vigile Urbano. Collaborava con i carabinieri di Bolognetta e il Reparto Operativo dell'Arma di Palermo nelle operazioni di ricerca dei latitanti corleonesi.
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Nato a Palermo il 26/03/1932 e deceduto a Palermo il 26/09/1978
PER NON DIMENTICARE... “quel vigile urbano un po’ speciale”
Castelbuono Salvatore, meglio conosciuto come Totò, nasce a Palermo il 26/03/1932,  cresce a Bolognetta, piccolo centro della provincia di Palermo, dove trascorre la sua  infanzia e la sua giovinezza. Dopo il servizio militare,  svolto nel nord Italia, torna a  Bolognetta, dove si sposa con una sua omonima Rosaria Castelbuono; dal matrimonio  nascono 4 figli: Giuseppe, Carmela, Cesare, Antonio.   Superato il concorso di Vigile Urbano, inizia a prestare servizio presso l’Amministrazione  Comunale di Bolognetta il  02/05/1958 e continua ininterrottamente fino alla data del  decesso, espletando molteplici compiti a lui affidati.   Il  26/09/1978  viene  colpito  a  morte  con 5  colpi  di  pistola  p38  all’interno  della  sua  autovettura in territorio del Comune di Villafrati (PA) al confine con quello di Bolognetta  sulla strada provinciale che da Palermo raggiunge Agrigento. Il Vigile Urbano, al momento  del delitto, indossava la propria divisa e veniva subito riconosciuto dai Carabinieri  della  stazione di Bolognetta, che si recavano sul luogo del delitto, avvisati da muratori che  lavoravano nella zona, ove l’omicidio  era stato consumato.    Era uomo che credeva nella legalità nel rispetto delle istituzioni e delle leggi, infatti, per  l’attaccamento  al  genere  di  servizio  che  egli  espletava,  era  strettamente  legato  ai  Carabinieri di Bolognetta e anche ai Militari dell’ Arma di Palermo del reparto di Polizia  Giudiziaria.  Proprio a questi ultimi non ha esitato a fornire preziose informazioni inerenti noti latitanti  mafiosi, ai fini dello sviluppo delle indagini di Polizia Giudiziaria.   In quanto  conoscitore  del  territorio  e  degli  ambienti,  egli  riusciva  a  raccogliere,  con  meticolosità,  notizie  importanti  che  mai  gli  organi  inquirenti  ufficiali  avrebbero  potuto  acquisire senza il suo contributo.
Sempre ligio al proprio dovere, non ha fatto altro che obbedire ai suoi superiori e alla voce  della sua coscienza con abnegazione e zelo in ogni circostanza, incurante di rischi e  pericoli di qualunque genere. La conseguenza del suo leale modo di agire, purtroppo, ha  decretato la sua condanna a morte.
Non vi è dubbio che l’ipotesi più conducente al delitto sia da attribuirsi al proposito di  vendetta di noti latitanti corleonesi del periodo, che orbitavano, anche, nel territorio di  Bolognetta.   Il delitto veniva rivendicato al reparto Operativo dei Carabinieri di Palermo (Caserma  Carini)   il 29/09/1978 con telefonata anonima.
Combattere  la  mafia  è  anche  NON  DIMENTICARE  e  commemorare  chi  vi  si  è  opposto al prezzo della vita.
Ci si auspica che il sacrificio del vigile urbano, come quello di tanti altri, non sia  vano, ma possa essere  per le nuove generazioni un incentivo a mantenere le mani  pulite e lo sguardo dritto sul futuro.
 (dal blog Vittime del dovere.it)

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